martedì 26 novembre 2024

Luigi Natoli: Due parole di prefazione. Tratto da: Giulio Federici. Un episodio di Palermo nel secolo XVII

Prefazione dell'autore:

Chi legge s’aspetterà forse una delle solite prefazioni, fatte per disporre il lettore al compatimento, e che invece ottengono effetto contrario. Io sono nemico accanito delle prefazioni, e se fo questa, è per dirvi, che quello che vi presento è il mio primo lavoro, che non lo ho scritto nei momenti d’ozio per cacciare la noia, e che lo pubblico senza incoraggiamento degli amici. Frasi usate in cento e cento prefazioni, foggiate con lo stesso conio; le quali, con la loro affettata disinvoltura, tentano di velare l’orgoglio letterario di chi scrive. Sta in due; o si ha la ferma convinzione che il lavoro non va, ed allora perché pubblicarlo? O il lavoro va, se non a due piedi, con tre, ed allora perché invocare il compatimento del pubblico? Per allontanare la critica? State fresco: allora tenetevi a casa; del resto la critica si fa alle grandi opere; i nostri romanzucci i critici nemmeno li guardano.
Io non credo il pubblico sì gonzo da bersi quelle triviali proteste, e dico la verità, che, spero, i miei lettori accetteranno.

Scrissi questa tiritera cinque anni fa, quando contavo poco più di quattordici anni. Potete figurarvi quanto fosse meschina. In questi cinque anni l’ho corretta tre volte, aggiustata, accresciuta, ordinata, ed ora mi azzardo a metterla in istampa. A dire il vero, questo povero libro vien fuori timido e vergognoso come una sposa la dimane delle nozze; non sapendo che viso farà il pubblico, in tempi, che i romanzi crescono come funghi; eh via! uno più, uno meno, non fa gran caso.
Ed ora al perché ho scritto e pubblicato questo racconto. Quando lo scrissi, non mi passava pel capo né lo scopo per cui dovea scrivere, né l’ombra della ruota del torchio; lo scrissi per scrivere, come ai nostri giorni si mangia pel piacere di mangiare, ecco tutto. Ma quando lo correggevo, già ero più grande, tanto e tanto si diceva di questa povera isola, non solo del presente, ma anco del passato, che tentai di dare un colorito politico al racconto; ma non so se ci sia riuscito. Venne in fine il ticchio della pubblicazione, fatto nascere da tante storie che si pubblicano meravigliosamente, e lo pubblico (e qui ve lo dico all’orecchio) per farmi un posticino in questa grande società.
Ad ogni modo se il lettore, nel leggermi proverà qualche diletto, avrò toccato il cielo col dito, perché, spero, me ne vorrà un po’ di bene.

Maggio 1877 – L. M. Natoli


Luigi Natoli: Giulio Federici. Un episodio di Palermo nel secolo XVII.
Racconto storico. 
L'opera è la fedele trascrizione del racconto originale pubblicato a Palermo nel 1877 dallo Stabilimento Tipografico diretto da P. Pensante. La prima opera dell'autore, incontrata per un fortunato caso.
Pagine 114 - Prezzo di copertina € 15,00
Copertina di Niccolò Pizzorno. 
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