martedì 17 ottobre 2023

Luigi Natoli: Al Senato pare che vogliano ridurre il peso del pane... Tratto da: Fra Diego La Matina. Romanzo storico siciliano

 
Entrò in questa un artigiano: che scambiò un saluto con Mariano, e diede uno sguardo sospettoso a fra Diego.
- Un amico, – disse Mariano con gesto significativo del capo.
Fra Diego alzò il capo, e fece un oh! di sorpresa. Riconobbe l’artigiano, che il giorno del suo arrivo gli aveva parlato con sdegno a proposito della raccolta del pane. Anche l’artigiano lo riconobbe:
- Guarda! è Vossignoria?
- Vi conoscete? – domandò Mariano stupito.
- Ci siamo veduti qualche giorno addietro, e pare che la pensiamo a un modo tutti e due.
- Questo – disse allora Mariano Rubiano a fra Diego, indicando l’artigiano, – è maestro Giuseppe d’Alesi, di Polizzi, fa il battiloro, ma sa di lettera ed è stato fuori regno, perché ha anche militato.
E dopo questa presentazione, domandò all’Alesi: 
- Ebbene? che notizie ci portate?
- Cattive. Al Senato pare che vogliano ridurre il peso del pane di due once.
- Ridurre il peso del pane? Ma benone!
- Dicono che frumento ce n’è appena per qualche mese: e se non si fa economia, non si giunge a tirare fino al prossimo raccolto...
- Non c’è frumento? – gridarono in coro il soldato e il fratello di Vincenzo – Non c’è frumento? Dite piuttosto che il Pretore e i signori lo nascondono, per venderlo più caro! Sono essi che vogliono affamare la povera gente!
- Se abbiano del frumento nascosto, io non lo so; – disse l’Alesi: – ma certamente a loro se il pane pesa due once di meno, non importa: non vivono di solo pane: hanno carne, pollame, pesce, latticini. Hai voglia di saziarti! Ma la povera gente non ha altro che pane e qualche minestra. E sentirà essa sola la penuria e la fame!... Sempre così, e dappertutto così. È quella che paga per tutti. Ma Dio non voglia che infine questo cane bastonato non si rivolti contro la mano che lo percuote!
Vi fu un istante di grave silenzio; quella notizia suscitava preoccupazioni e sdegni, perché era veramente una minaccia pel popolo minuto. Non era una cosa nuova; altre volte il Senato era stato costretto a ricorrere a questo espediente; e, quell’anno, già era stato ventilato, ma non se n’era fatto nulla per timore di disordini.
Da tempi remotissimi si usava, e usa ancora, a Palermo e quasi in tutta l’isola di fare il pane in forme di un peso determinato; l’unità del quale era il “rotolo” di dodici onze, equivalente a ottocento grammi. I maestri di piazza sorvegliavano perché i fornai non frodassero sul peso. Il prezzo del pane era stabilito dalle mete o calmieri. Ora la riduzione del peso equivaleva in fondo a una specie di razionamento, del quale era veramente il popolo che risentiva il danno. Si capisce quindi perché tutte le volte che il Senato ricorreva a questo mezzo, suscitasse tumulti, che lo costringevano ad affrontare grandi spese.
Giacchè per assicurare il pane, il Senato ogni anno faceva grandi provviste di frumento, che cedeva poi ai forni al prezzo di meta; ma spesso avveniva, e sempre nei periodi di scarsezza, che o per la penuria dei grani, o per l’ingordigia degli incettatori e fra essi i feudatari produttori di granaglie, il prezzo di queste superasse quello della meta; e il Comune era costretto a sborsare somme ingenti per l’acquisto, senza però potersi rivalere nel rivendere, perché ciò avrebbe naturalmente aumentato il prezzo del pane e provocato ribellioni. Ne conseguiva, che, comperando a un prezzo maggiore, e rivendendo a un prezzo minore, l’erario cittadino corresse a inevitabile disastro. La riduzione del peso, oltre a prolungare la durata dei grani, serviva a equilibrare le perdite dell’erario comunale. 
Ma il popolo non capiva queste ragioni economiche: da qualche caso di ingordigia, generalizzava e attribuiva i provvedimenti a ladrerie degli amministratori. 
Il soldato riprese: 
- Lo troveremo noi il frumento. Io so chi lo nasconde...
- Farete una sommossa? – disse l’Alesi – E poi? per uno, due giorni avrete pane di peso: poi sarete impiccati, e le cose torneranno come prima. Ci vuol altro...
(Nella foto: ritratto di Giuseppe D'Alesi)



Luigi Natoli: Fra Diego La Matina. Romanzo storico siciliano. 
Pagine 536 - Prezzo di copertina € 22,00
L'opera è la trascrizione del romanzo originale senza censure pubblicato in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1924.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile su tutti gli store di vendita online e in libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria Nike (Via Marchese Ugo 56), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60)
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