venerdì 15 luglio 2016

Luigi Natoli narra Santa Rosalia.

Alla corte del re di Sicilia, Guglielmo il Buono, c'era un parente del re di nome Sinibaldo, il quale aveva una figlia che si chiamava Rosalia, giovinetta virtuosa e tutta data alla preghiera. Molti la domandavano in isposa, ma essa si rifiutava e, per sottrarsi alle nozze, fuggì di casa.
Peregrinando, andò a ricoverarsi in certe grotte del monte Quisquina (Agrigento), dove visse, cinta di rozzo saio, nutrendosi di erbe e bevendo acqua fresca con una ciotola. Così passava i giorni in penitenza e in preghiere.
Dal monte Quisquina, a piedi, si recò a Palermo, da dove salì sul monte Pellegrino. Ivi trovò una grotta e ne fece la sua dimora. Lì trascorse il resto della sua breve vita, lì morì ignorata...

Luigi Natoli
Tratto da "La Scalata" sussidiario scolastico edito in Palermo nel 1955

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