E con rapidità fulminea, presogli dal fianco il pugnale, glielo cacciò
nella gola due volte, lo levò in alto insanguinato e gridò: - Muoiano! Muoiano
questi francesi, perdio!
Un urlo simile allo scatenarsi
di un uragano gli rispose; si videro lampeggiare venti, trenta lame, si udì
l’urlo formidabile e tremendo della vendetta. In quel momento le campane della
torre della chiesa di Santo Spirito suonavano a Vespro...
Suonavano a Vespro le campane, per
invitare i fedeli alla preghiera, e l’ignoto fraticello, salito sulla torre
indorata dal sole cadente, non sapeva che quello squillo di campana avrebbe
segnato nelle pagine della storia una data terribilmente memoranda… Aveva
suonato, come sempre, l’ora della dolce e raccolta preghiera. Ma giù nel piano,
quel rintocco che feriva l’aria sul colpo di pugnale che atterrava il sire
Droetto, suonò come uno squillo di tromba; come un segno aspettato, come una
voce di comando ed esortazione. Crescendo il rumore, chinato lo sguardo, gli
occhi gli si spalancarono di stupore, un fremito gli passò per il sangue e il
suo braccio, quasi mosso da una forza ignota, continuò a suonare, a suonare con
nuovo vigore: squilli serrati, violenti, di guerra e di strage sopra il tumulto
e il balneare dei ferri e il rosseggiare del sangue.
Quella
improvvisa zuffa, quelle grida, il cozzo delle armi, si propagarono in un
baleno per la pianura. A un tratto tende e baracche furono rovesciate, tutta
quella folla di uomini, come sospinta da un segno d’intesa, da un ordine, si
levò in piedi. Molte donne traevano dal seno i coltelli e li porgevano agli
uomini: chi non aveva il coltello impugnava un bastone, toglieva le aste dalle
tende, fracassava i banchi delle baracche, raccattava sassi. Tra le grida di qua
di spavento, là di coraggio e di incitamento, la folla accorreva. E su tutte le
bocche risuonava il grido ferocissimo -
Muoiano! Muoiano!
Cadevano i
sergenti, l’uno sull’altro; cadevano popolani e la morte confondeva i caduti e
mesceva due rivi di sangue in uno, che scendeva alla morte, dove hanno tregua
gli odi e le vendette. Non uno riuscì a fuggire: quei duecento un’ora innanzi
superbi e prepotenti nelle loro belle vesti, nelle loro armature, fidenti nella
loro potenza, sicuri della sottomissione di un popolo inerme, fiduciosi nella
tollerante viltà che per diciassette anni aveva piegato il collo, giacevano ora
per la pianura a gruppi, ammonticchiati, sparsi, immersi nel loro sangue, con
gli occhi sbarrati o chiusi, il volto spaventato o ancora iracondo. Giacevano
pesti, disarmati, tra le tende sbrindellate e insanguinate, le baracche
distrutte, le mense scompigliate...
Dove si
sapeva che fosse una casa di francesi, quella tempesta piombava, folgorava,
uccideva; non età, non sesso, non condizione; pagavano i fanciulli innocenti
dei dominatori per i fanciulli sgozzati di Agosta; pagavano i vecchi e le donne
per i vecchi e per le donne uccisi dappertutto dalla feroce voluttà di malfare.
Pareva che dal fondo oscuro della memoria sorgessero le immagini delle vittime
immolate per diciassette anni, senza ragioni, per libidine di ricchezze, di
dominio, di sensi, e s’adunassero in ogni cuore, e insegnassero le strade e
guidassero le braccia.
Pure tra le efferatezze della vendetta il popolo serbò un vivo
sentimento di giustizia e rese onore alla virtù. Messer Guglielmo Porcelet,
signore di Calatafimi, la cui fama e bontà era diffusa, fu accompagnato fino al
mare e finchè non salpò il popolo vittorioso gli dimostrò con atti e con parole
dignitose la sua riconoscenza.
Due giorni dopo Palermo, Corleone, forte città di gente originariamente
lombarda, insorgeva anch’essa: abbatteva le insegne angioine, inalberava il
proprio gonfalone, proclamava libero il comune e inviava i suoi deputati a
Palermo, per stringere il patto di fratellanza e di difesa.
Luigi Natoli: Il Vespro siciliano. Romanzo storico ambientato nella Sicilia del 1282.
Restaurato dal titolo all'indice, l'opera è la fedele riproduzione del romanzo originale pubblicato in dispense con la casa editrice La Gutemberg nel 1915. Con
la sua perizia di grande storiografo e narratore, l’autore ci consegna uno dei
capolavori della letteratura popolare mondiale che nulla trascura di quel
periodo storico come l’orrenda strage di Agosta, le trame politiche cospirative
dei baroni siciliani, l’orgoglioso episodio di Gamma Zita a Catania, la
valorosa resistenza della città di Messina al dominio francese degli Angiò. Il
romanzo ricco di fatti e personaggi realmente accaduti o esistiti, ci regala
l’indimenticabile eroe Giordano De Albellis, intollerante alle ingiustizie,
innamorato della sua terra, della libertà e della sua bella Odette.
Pagine 945 - Prezzo di copertina € 25,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile su Amazon, Ibs e tutti gli store on line.
In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), La Nuova Ipsa (piazza Leoni), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella 15)
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