Copertina di Niccolò Pizzorno
Come son diventato scrittore? veramente io dovevo darmi alla pittura, e la studiai qualche anno, a riprese, quando ero un ragazzetto di dieci a dodici anni.
A farmi mutare strumento concorse il mio professore di seconda ginnasiale, padre Vincenzo Ramirez, che una volta in pubblica classe, mi disse: “Spero di vivere tanto da leggere le cose vostre stampate”. Buona e cara memoria di maestro, che troppo fidò!... Dio gli perdoni di aver fatto di me uno scribacchiatore.
Nella vita letteraria entrai per tempo: a quattordici anni scrissi un romanzo; che sei anni dopo mia madre (quali illusioni non crea l’amore materno?) volle farmi stampare; e – quando si dice la predestinazione! – era un romanzo storico siciliano! E fu stampato giusto nel 1877.
A dire il vero, questo povero libro vien fuori timido e vergognoso come una sposa la dimane delle nozze; non sapendo che viso farà il pubblico, in tempi, che i romanzi crescono come funghi; eh via! uno più, uno meno, non fa gran caso. Ad ogni modo se il lettore, nel leggermi proverà qualche diletto, avrò toccato il cielo col dito, perché, spero, me ne vorrà un po’ di bene.
Come son diventato scrittore? veramente io dovevo darmi alla pittura, e la studiai qualche anno, a riprese, quando ero un ragazzetto di dieci a dodici anni.
A farmi mutare strumento concorse il mio professore di seconda ginnasiale, padre Vincenzo Ramirez, che una volta in pubblica classe, mi disse: “Spero di vivere tanto da leggere le cose vostre stampate”. Buona e cara memoria di maestro, che troppo fidò!... Dio gli perdoni di aver fatto di me uno scribacchiatore.
Nella vita letteraria entrai per tempo: a quattordici anni scrissi un romanzo; che sei anni dopo mia madre (quali illusioni non crea l’amore materno?) volle farmi stampare; e – quando si dice la predestinazione! – era un romanzo storico siciliano! E fu stampato giusto nel 1877.
A dire il vero, questo povero libro vien fuori timido e vergognoso come una sposa la dimane delle nozze; non sapendo che viso farà il pubblico, in tempi, che i romanzi crescono come funghi; eh via! uno più, uno meno, non fa gran caso. Ad ogni modo se il lettore, nel leggermi proverà qualche diletto, avrò toccato il cielo col dito, perché, spero, me ne vorrà un po’ di bene.
Luigi Natoli
Ed oggi, con orgoglio ed emozione, I Buoni Cugini editori ripropongono ai lettori il primo lavoro dello scrittore e storiografo Luigi Natoli, quel racconto storico pubblicato unicamente nel 1877 dallo stabilimento tipografico diretto da P. Pensante che vide la luce grazie all'amore materno e che dopo 147 anni è disponibile in libreria e su tutti gli store online.
Ambientato nella Palermo del 1647, il racconto che rivela in modo embrionale ciò che sarà il grande romanziere, si muove tra la crudeltà del Sant'Offizio e la rivoluzione di Giuseppe D'Alesi, cui il quattordicenne Luigi Natoli dedica un'ode.
E le nostre ricerche continuano...
I Buoni Cugini editori
Anna Squatrito e Ivo Tiberio Ginevra
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